Gli antichi ritenevano necessario studiare fenomeni
astronomici e naturali incuriositi dalle cause e dagli effetti. Tra questi troviamo,
come prima civiltà, i babilonesi e gli egizi; solo successivamente questo approccio
venne adottato anche da altre civiltà.
Lo studio di questi fenomeni era strettamente collegato all’interesse
verso ciò che accadeva all’esterno, spesso imprevedibile e contemplato in
maniera distante dall’uomo antico. Ciò portò gli antichi ad avere una concezione
di questi fenomeni come un possibile pericolo oppure in maniera molto
fantasiosa apparve come una divinità allegorica correlata a quel fenomeno capace
di influire nella quotidianità dell’uomo antico.
Il salto in avanti lo fecero i greci con la creazione di
veri e propri cataloghi stellari attribuendone dei nomi e una figura venerata collettivamente.
Alcune costellazioni non vengono trattati in alcun mito a causa della propria recente scoperta avvenuta successivamente al 1500. Infatti, la costellazione del “sestante” non appare come tema sviluppato dagli antichi in quanto la propria scoperta risale al 1752.
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